Nel corso della vita è inevitabile interagire con i cambiamenti che il nostro corpo fisiologicamente deve affrontare. L’invecchiamento infatti, coinvolge l’evoluzione del nostro fisico sia a livello generale come ad esempio nelle prestazioni fisiche, che a quello particolare del comportamento delle cellule. Tra questi c’è senza dubbio il famoso fenomeno dell’ “osteoporosi”, una condizione che colpisce il nostro apparato scheletrico.
Cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi (dal greco osteon – osso, e poros – buco) si manifesta intorno ai cinquanta anni, dapprima in forma più lieve (osteopenia), per evolversi poi nelle forme più serie.
Il fenomeno dell’osteoporosi consiste in una forma di deterioramento delle ossa, le quali, con l’avanzare di questa patologia, perdono massa e consistenza fino a rischiare di indebolirsi o addirittura di fratturarsi, causando inevitabili dolori e parziali o totali invalidità.
Questa patologia, che statisticamente interessa maggiormente le persone di sesso femminile e che in questa fetta della popolazione insorge con maggiore frequenza dopo il sopraggiungere della menopausa, può rappresentare una vera e propria patologia invalidante, con manifestazioni che possono estrinsecarsi in semplici dolori articolari, fino ad arrivare alle situazioni più gravi che richiedono interventi chirurgici per l’inserimento di protesi, placche o ricostruzioni artificiali di snodi ossei.
È tuttavia importante essere a conoscenza del fatto che si può attivamente agire per prevenire questo fenomeno.
L’importanza della prevenzione
L’osteoporosi insorge preliminarmente con una riduzione del tessuto osseo che, a sua volta, perde progressivamente quantità e qualità dei componenti strutturali. Essendo fondamentale intervenire nelle fasi preliminari dell’insorgenza di questa patologia, é bene essere consapevoli e attenti ascoltando il proprio corpo e le sue manifestazioni.
L’auto-osservazione
È importante imparare ad auto-osservarsi facendo attenzione ai dolori che, magari all’inizio temporanei e localizzati, possono diventare cronici e diffusi, aumentando di intensità e persistenza.
L’alimentazione
Prima di arrivare a questo stadio, è possibile intervenire con un’alimentazione che, concordata con il medico di famiglia o con uno specialista, presenti cibi o bevande ricchi di calcio (come ad esempio il latte o i formaggi). Oltre al latte e ai suoi derivati, è possibile menzionare, tra i cibi ricchi di calcio, il pesce azzurro, i legumi e vari tipi di verdure. Con questi cibi si può implementare la qualità della propria dieta, e, possibilmente con l’aiuto di uno specialista del settore, integrare l’assunzione del necessario quantitativo di calcio.
Ulteriore menzione merita infine la possibilità di integrare l’alimentazione con specifici integratori (che è sempre bene farsi consigliare da un medico o da una figura specializzata).
La vitamina D
Uno degli alti fattori che gioca un ruolo chiave nella prevenzione dell’osteoporosi è l’assunzione di vitamina D. Il fabbisogno giornaliero di questo nutriente fondamentale può essere integrato da una regolare e breve esposizione ai raggi solari. Ad esempio, una salutare passeggiata all’aperto nei giorni soleggiati, può essere utile per garantire la sintesi di vitamina D.
Lo stile di vita
Fondamentale è altresì il mantenimento di un sano stile di vita che abbandoni le abitudini che possono accelerare lo sviluppo di questa patologia, come ad esempio l’assunzione regolare di sostanze alcoliche o il fumo di sigaretta. Queste due abitudini, oltre che ad avere un ruolo chiave nel causare altre gravi patologie, sono sufficienti a condizionare pesantemente il mantenimento nel tempo del “patrimonio” osseo.
L’attività fisica
Nella prevenzione dell’osteoporosi è fondamentale la necessità di svolgere regolare attività fisica.
Praticando sport che stimolano i muscoli con contrazioni e rilassamento (come il cammino a passo veloce, gli sport acquatici, la ginnastica medica ecc.) è possibile aumentare sia il metabolismo (e conseguentemente anche l’assorbimento di calcio) che rinforzare la struttura muscolare necessaria a prevenire la possibilità di fronteggiare il peggioramento della densità ossea o, peggio, eventuali fratture.
In conclusione, un approccio consapevole, anche se non in grado di “curare” questo fenomeno, può consentirci di convivere con esso è rallentarne il decorso fino a garantirci una vita comunque sana e regolare.